Mirror

Non riesco a fare a meno di guardarmi. Di notte, di giorno. E quanto benedico il progresso, ma un po’ lo rimpiango quando penso a quanti negativi ho riempito, quando nessuno pensava di voler investire capitali economici in rullini fotografici, quando in pochi avevamo a disposizione il beneficio della macchina digitale per farci i selfie.

E quante volte, al ritorno della gita scolastica mia madre mi chiedeva il rullino da sviluppare il giorno seguente, e con preoccupazione si domandava perché ci fosse solo una foto di gruppo, perché nessun monumento in quelle diapositive se non alle mie spalle.
Perché io sono così…Non c’è mai stato spazio, se non per me. Ho cominciato ad inquadrare paesaggi e persone solo quando il rullino non ho più dovuto svilupparlo, te pensa il controsenso.

Ho investito i miei risparmi in oli essenziali e creme anti età, con una madre sempre più preoccupata di non avermi insegnato le basi della vita perché infondo a ventotto anni non ho bisogno di queste cose per essere giovane.
Ma ho preso anche una Polaroid, perché le istantanee mi piacciono, perché non devo attendere per vedere la mia immagine, e sono così reali che non le si possono ritoccare, non si possono cancellare se in foto vieni male.

Il progresso mi ha portato solo a trasformare le immagini in video, e a riempire spazi di memoria in formato hard-disk.
Ma ammetto, che il mio mezzo preferito rimane lo specchio, o qualunque riflesso che proietti la mia immagine dove posso rivedermi.
Specchi. Sì. Dove tutto è invertito, dove saluto l’altra me e mi riconosco nei suoi gesti.
Nel tempo sono diventati un vero feticcio.

E ci ho pensato: che infondo alla gente lascio proprio questo, anche se non mi sono mai truccata così tanto per sembrare finta, ma comunque lo sono diventata.
Ho iniziato a vestirmi in modo semplice.
Ho tagliato anche i capelli, e adesso non sembro più Venere, ma forse ne avevo bisogno.

E mi guardo comunque, ma con meno frequenza perché ho eliminato la parte più bella di me. Perché ho meno “roba” da sistemare, meno tempo da investire.
Giusto ieri ho fatto una maschera e li ho misurati in centimetri. E sono arrivati a 6, il ché non è poco, in solo due mesi.

Ho deciso di investire sulla natura, per essere bella. Ma con meno frequenza…Perché adesso voglio esserlo davvero. Perché non mi accontento più dell’immagine, e vorrei avere un aspetto vero, dove la chimica non può rovinarmi, e neanche la biotina.
Mangio solo proteine e vitamine, passo ore a cospargermi di miele, olio, caffè. Per non parlare dell’argilla e della cannella. Dell’olio di oliva. Del bicarbonato di sodio, e del carbone di bambù. Del limone, e dell’aceto di mele.

Ma è passato un sacco di tempo dall’ultima volta in cui mi hanno detto che sono bellissima.
Nessuno mi ha mai chiesto che cosa mi sia costato fare quel gesto, si sono limitati a darmi della pazza, a dirmi che prima ero bellissima. Come se adesso non lo fossi più, solo per quel dettaglio che anche per me, ammetto, era la parte più importante. E per questo l’ho sacrificata.
Perché non mi piace essere narcisista, ma non posso fare a meno di esserlo. Allora dovevo fare qualcosa per cambiare, finché ne ho ancora la capacità di rendermene conto.

Chissà se esiste quella persona che guarda oltre, che abbia la pazienza di aspettare che ricrescano, e che mi trovi bellissima per altri motivi.
Che possa riconoscere l’odore della mia lozione idratante, che è buona solo perché si sposa bene con quello della mia pelle e la rende perfetta a discapito di tutte quelle che ho scartato dopo la prima applicazione.
Non mi bastano neanche i cibi sani, i diecimila passi al giorno e tutto l’esercizio che faccio, comprese le compresse di Omega 3. Che a voler essere sincera, fanno proprio schifo.

Perché chiunque si innamora delle fatiche che faccio, per essere bella naturale, anche con tutte le mie efelidi addosso che mi fanno piangere, ogni volta che non riesco a mandarle via.
Ma…Per fortuna viviamo nella società in cui le ragazze si disegnano le lentiggini finte, perché fa figo. E non sanno quanta sofferenza portano a chi vorrebbe solo avere una pelle splendida, loro se le tatuano, per “bellezza”. Come se una malattia della pelle possa avere qualcosa di bello. E si tingono di rosso, mentre io vivo evitando la luce del sole, coprendo i capelli perché possano non diventare arancioni e farmi somigliare a una carota sbiadita.

Ma, dicevo: arriverà quella persona.
E magari avrà avuto la pazienza di aspettare un anno o due, e vedermi diventare bellissima, come nella favola di Andersen.
Ed io potrò non preoccuparmi di mettere le lenti a contatto per risaltare i miei occhi cerulei, che a volte sono verdi, a volte grigi e a volte azzurri. Ma con gli occhiali sono solo occhiali. Porterò sempre i capelli legati, perché possa vedermi solo quella persona per ciò che sono, perché avrà avuto la pazienza di aspettare e merita di essere l’unica. Perché io non li avrò più tagliati.
Magari a letto. Magari appena uscita dalla doccia, quando vedo solo avanti e il resto è percezione sbiadita, quando la mia pelle profuma ancora di miele.

E magari curerà il mio essere Narciso, perché imparerò a vedere quel che vede in me, oltre la forma, oltre l’aspetto. Oltre il tempo, che mi spaventa perché non posso fermarlo, ed io volevo essere giovane e bella sempre.
Chissà.

Mirrorultima modifica: 2018-12-11T17:03:22+01:00da dem0neyes
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